I furbetti del “quartierino” e della “firmetta”

Ebbene si ! Sono un autore che, come tanti altri, si occupa prevalentemente di orchestre di musica da ballo.
Devo dire che fra fascia “C” e fascia “D”, quelle in cui si trovano gli autori che incassano di più dalla SIAE, non ce ne sono più di dieci ( dico dieci). PER ORA !
Per ora, perché fra qualche anno non ce ne saranno più di 3 o 4 (e cioè quelli che possono contare su un repertorio consolidato negli anni ).

Questo è dovuto anche al fatto che tante orchestre da ballo composte da sette – otto elementi, ne contino 9 iscritti alla Siae (a volte si aggiunge qualche parente o l’ autista del pullman o addirittura l’ impresario ) e quindi i repertori di dette orchestre si basano su una miriade brani che di grande hanno solo il numero. Tutto questo è legittimo perché chiunque si senta di poter comporre una canzone può e deve avere la possibilità di associarsi alla Siae per farsela tutelare. Il gatto che si morde la coda però è questo: il repertorio è quello che è ( basta programmare, naturalmente ciò che si è eseguito, non importa la qualità), il livello delle orchestre di conseguenza si abbassa e tante chiudono. Morale: meno orchestre, meno locali, meno programmazioni, meno incassi. Quello che prima era diviso fra pochi ma buoni ora è diviso fra molti ma, ahimè, scarsi. Ciò dovrebbe innescare un processo di selezione per cui chi veramente vale continua nella sua attività e chi non vale si rende conto che fare l’ autore non paga e quindi ritorna a fare solo l’ esecutore. Speriamo al più presto.
Un altro problema sorge quando, proponendo brani a qualche orchestra, ti senti, neanche troppo velatamente, chiedere di aggiungere una o più “firmettine” alla tua che hai composto il pezzo.

Ora, ammesso che questa “firmettina” aggiunta da qualche capo orchestra di presunta chiara fama sia da te accettata considerandola un piccolo investimento nell’ economia del brano ( sperando che ad un nome importante sia collegato un numero importante di esecuzioni e quindi una resa importante di diritti ), perché questo piccolo balzello viene chiesto anche da personaggi del tutto mediocri ?
Risposta: Hanno imparato bene dai “grandi” e, pur non essendolo, da “grandi” si comportano.
Soluzione: io ne ho adottata una che, per me, è la più semplice e diretta: dire di NO. So che non è facile e non tutti se lo possono permettere ma a parte i compromessi qualcuno me ne può suggerire un’ altra?
A proposito di “ grandi “ e “ piccoli “ ricordo che quando proposi brani a dei grossi nomi internazionali, non solo accettarono senza chiedere alcunché (naturalmente perché il prodotto interessava ) ma, per i lavori seguenti, chiedevano se avessi ancora qualche brano per loro quasi riconoscendo l’ importanza che ha un autore nel successo di un personaggio. Invece dalle nostre parti la mentalità dei “piccoli” è che se un brano funziona è solo merito loro e se non funziona la colpa è di quel disgraziato dell’ autore che ha insistito tanto.
Allora non è vero che “ piccolo” è bello !!!

(da “Il Giornale degli Autori”)

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