La musica dei Gipsy Kings

Quest’ estate sono diventato camperista per caso. Un’ “avventura” durata pochi giorni ma che vale la pena di essere raccontata, non tanto per la vita passata all’ aria aperta, in riva al mare, giorno e notte, sul camper di un amico, ma per il luogo dove si è svolta. Probabilmente se mi avessero portato in un posto qualunque non avrei accettato le “comodità” connesse a questo tipo di vita, ma sapete dove siamo andati? A Saintes Maries de la Mer, la capitale della Camargue, una zona, a Sud della Francia, tra i due rami del Rodano e il Mare Mediterraneo. E’ un lembo di terra pieno di paludi, acquitrini, prati, brughiere e boschi, cavalli, tori e fenicotteri rosa, l’ ideale per un giro in camper un giorno qua e l’ altro là. Siamo dalle parti di Perpignan, Montpellier e Arles e in questi luoghi hanno soggiornato artisti del valore di Van Gogh, Cezanne, Paul Gauguin che l’ hanno immortalata nei loro quadri con i colori propri della zona. Direte voi: “Ma non potevi andare in Maremma? è anche più vicina” . Si, ma la Camargue è anche la patria dei Gipsy Kings. Non solo quelli che hanno girato il mondo con “Bamboleo” o “Djobi Djoba”, ma quelli che ti ritrovi in ogni angolo, tutte le sere, in tutti i bar, ristoranti, piazzette di questa piccola città, che è diventata la meta di migliaia e migliaia di camperisti, basta che ci sia gente disposta ad ascoltare della musica. Ed è per questa musica che ci sono andato e ci ritornerei. Questi musicisti gitani, mezzo spagnoli e mezzo francesi, hanno tutti lo stesso modo di suonare le loro chitarre e di cantare con quelle voci strozzate, roche, calde, piene di tutto quello che la vita nomade comporta, e cioè storie di donne, di avventure di strada, di amori, di malinconia di una terra, di passione. Cosa c’entra in tutto questo Saintes Maries de la Mer? In questa bella cittadina sulla costa del Mare Mediterraneo, ho conosciuto un tipo strano, magrissimo, capelli lunghi, bianchi, che in seguito mi hanno detto fosse uno dei fondatori del famoso gruppo. Io non gli ho creduto ma, ogni sera, tutti i chitarristi che lo incontravano, prima di andare ad esibirsi nei vari locali, lo omaggiavano come se fosse stato il loro padre spirituale. Ho finito per credergli e mentre mi raccontava la storia dei Gipsy Kings, fra una birra e l’ altra, sentivo snocciolare i nomi dei vari componenti: Nicolas, Canut, Patchai, André Reyes, Tonino, Diego, Paco, Maurice Baliardo, tutti imparentati fra di loro, figli di un leggendario cantante-chitarrista di flamenco, José Reyes, cugino e collega, a sua volta, dello zio degli altri componenti, un famoso chitarrista, Ricardo Baliardo detto Manitas de Plata (Piccole mani d’ argento) per la sua straordinaria abilità. I fratelli Reyes e i fratelli Baliardo, messisi insieme durante un raduno di Gitani, proprio da queste parti, hanno cominciato a far sentire la loro musica e da Arles, loro città di origine, sono passati nei locali alla moda della Costa Azzurra, fin dalla metà degli anni ’70. Il resto è storia conosciuta. Da “ Los Reyes” (I Re) ai “Gipsy Kings” (I Re Gitani ) il passo è stato automatico e, dopo essere stati presi sotto la protezione del produttore discografico Claude Martinez, incidono i loro primi successi “Djobi”, Djoba” e “ Bamboleo” che li fanno conoscere ed apprezzare in tutto il mondo. Piacciono, piacciono a tutti perché hanno la musica dalla loro parte e perché suonano alla Canegie Hall di New York o nei teatri di Londra come se stessero suonando nel cortile di casa loro, con la stessa gioia e lo stesso piacere di suonare insieme senza sapere perché, soltanto perché hanno imparato a suonare così dal loro padre che ha imparato a suonare così dal proprio e a cantare così da quelli che sentivano cantare in quel modo fin da quando erano piccoli. Insomma Gipsy Kings si nasce e loro lo sono nati davvero. Ed anche se negli anni hanno un po’ dato retta al mercato che richiedeva la commercialità della loro musica e se anche hanno inciso canzoni come “My way” ( A mi manera ) o “Nel blu dipinto di blu”, le hanno fatte diventare delle musiche della loro terra, delle “rumbe gitane”, come se fossero nate dove sono nati loro. Tutti gli anni l’ ultima settimana di Maggio Saintes Maries de la Mer, in Camargue, ospita il pellegrinaggio dei Gitani alle loro “Saintes Maries” ed è proprio durante uno di questi raduni che, per fortuna, le famiglie dei Baliardo e dei Reyes hanno incrociato le loro chitarre per la prima volta ed hanno deciso di regalare a tutto il mondo questa musica così straordinariamente allegra e triste nello stesso tempo, melodiosamente rilassante e così piena di ritmo da non poter tenere fermi i piedi. La musica dei Gipsy, appunto. E pensare che sono stato ad un soffio da poter far incidere la mia “Suona chitarra” proprio a loro, nel 1996! Purtroppo le cose non sono andate come volevo ma, ci proverò ancora, fino a che non ci riuscirò, potete giurarci !!! E se non bastasse andrò anch’io tutti gli anni in pellegrinaggio a Saintes Maries de la Mer verso la fine di Maggio. Olè.

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